da JahGi | 28 Apr 2024 | Chi sono
Ovviamente, ognuno ha ambizioni diverse ed io non posso parlare per gli/le altr*. Tuttavia, posso dire con certezza che il Québec è un luogo ottimale per vivere se si è pronti a prendere in mano la propria vita. Che è quello che ho fatto io.
Posso parlare della mia esperienza, ma premetto che sapevo quel che lasciavo senza aver idea di quello che cercavo; l’ho scoperto in seguito, man mano che il tempo passava.
Io ho lasciato una vita fatta di due o tre lavori per sopravvivere, avevo zero prospettive di futuro, perché ero semplicemente troppo impegnata a cercare di arrivare a fine mese per poter rallentare ed avere una visione globale della mia vita e, appunto, del mio futuro.
Nonostante il mio diploma di ragioniere e programmatore, non riuscivo a decollare. Davo costantemente la colpa agli altri per la mia infelicità: alcuni membri della famiglia, i datori di lavoro, lo stato poco presente, la società razzista, i colleghi, il compagno, i presunti amici. Ovviamente, loro ci mettevano del loro, ma il problema reale era che faticavo a prendere la responsabilità delle mie scelte.
Venendo in Québec, non avevo più scuse: tutti quegli elementi che consideravo delle zavorre non c’erano più. Non potevo più dare la colpa a nessun altro, all’infuori di me e, soprattutto, potevo disegnare la mia vita esattamente come la volevo.
Sono nata per la seconda volta.
Ora, quando penso al mio futuro, penso alla famiglia, quella che contribuisce al mio successo, penso a dei progetti che mi appassionano, a investire sulla mia educazione. Infatti, ho ottenuto un altro diploma e prevedo di iscrivermi all’università a breve.
Di lavoro ne ho uno, ma part time; lo adoro perché rispetta i miei valori, mi permette di imparare ogni giorno, perché ho dei colleghi e un capo che ammiro e che rispetto.
Anche se il Québec è ben lontano dall’essere perfetto, sono cosciente che ha contribuito in gran parte al mio successo personale attuale.
Brillare è indubbiamente più semplice quando riesci a soddisfare i bisogni primari, quando non ti senti in pericolo a camminare per strada solo perché sei donna, quando non devi correre per tribunali per farti pagare stipendi arretrati.
L’unico reale consiglio che ti voglio dare è parti!
Se ti senti schiacciat* dalla realtà che ti circonda, se ti sembra che gli altri stiano prendendo troppo spazio nella tua vita da troppo tempo senza contribuire alla tua felicità: parti!
A tornare indietro fai sempre in tempo, ma ti assicuro che, se impari a misurare il tuo valore, non potrai fare a meno di brillare, ovunque tu deciderai di proseguire la tua vita.
E tu, sei pront* a brillare?
da JahGi | 2 Gen 2024 | Québec
Come dicevo in un altro articolo, una buona organizzazione fa risparmiare tempo e denaro; una buona gestione delle scadenze evita di trovarsi in situazioni sgradevoli. (Leggi Risparmiare in Québec, 10 consigli).
In questo caso, non si tratta solo di risparmiare, perché campi estivi sono fondamentali per l’inserimento de* giovani e per il loro apprendimento della lingua francese. In effetti, se non pensi al campo estivo a gennaio, beh, rischi veramente di trovarti in una situazione sgradevole perché i posti sono limitati e se li accaparra solo chi è veloce.
Se sei appena arrivat* in Québec, forse non hai parenti e amici che ti possono aiutare con la gestione della famiglia, oppure non vuoi o non puoi lasciare i tuoi figli e le tue figlie sol* perché devi lavorare. Per questo motivo, la presenza dei campi estivi ha un valore ancora più importante per la buona riuscita dell’installazione di tutta la famiglia, soprattutto durante il primo anno.
I campi estivi sono sovvenzionati dalla città di Québec, ma vengono offerti dai centres communautaires. Per questo le attività e le date di iscrizione possono variare. Per trovare i centri comunitari basta guardarti in giro o fare una semplice ricerca su Google Maps.
I prezzi dei campi estivi potrebbero destare un attimo di sorpresa, ma ti assicuro che si tratta di denaro ben investito perché il gioco è la migliore attività che possa esistere per integrarsi in una nuova società.
Durano sette settimane, settimane durante le quali i/le bambin* fanno tantissime attività all’aperto e non solo. Tutti i campi prevedono almeno due giorni a settimana in piscina, giornate a tema, escursioni anche all’esterno della città…
Sebbene ci si possa iscrivere per telefono e in presenza, il mio consiglio è quello di non perdere tempo e completare la procedura online.
I posti sono talmente limitati che finiscono in pochissime ore, quindi il mio consiglio è così riassumibile:
- scegli il campo estivo che più risponde alle tue esigenze e segnati la data di iscrizione
- studia rapidamente la procedura e se serve creare un profilo su una piattaforma, fallo subito
- se necessario, chiedi la mattinata libera al lavoro per la data fatidica, così potrai dedicare all’iscrizione tutto il tempo necessario
- se hai due o più figli*, dividi il compito con il/la coniuge
- pensa ad una seconda scelta, giusto per scrupolo
- meglio prenotare subito e annullare in un secondo tempo, se annulli con un ragionevole preavviso, verrai rimborsato completamente
- ricorda che le iscrizioni si fanno con la carta di credito, quindi organizzati di conseguenza
Nel malaugurato caso non dovessi trovare posto nei campi convenzionati, puoi optare per i campi specializzati in attività particolari (calcio, lingue straniere, arte, programmazione) oppure i campi vacanza (proprio come quelli dei film, con le case di legno intorno al lago). Durano molto meno e i loro prezzi sono decisamente più elevati. Proprio per questa ragione, non sono sostenibili per tutte le famiglie.
Se tu* figli* è già in età adolescenziale e non vuole partecipare ad un campo estivo perché lo ritiene troppo infantile, potrebbe essere più interessante per lui/lei lavorarci! Sì, non c’è un’età minima per poter lavorare con i bambini e lo stipendio è interessante. Naturalmente, tu* figli* deve sapersi esprimere in francese, dimostrare un po’ di senso di responsabilità e seguire un corso prima di iniziare a lavorare. Mi raccomando, se non siete ancora residenti permanenti, informati anche sui vincoli legali che potreste avere a causa del vostro status d’immigrazione.
Ed ecco qualche link utile, il primo dà qualche informazione generale, il secondo ti aiuta a trovare il campo perfetto per te.
Ville de Québec https://www.ville.quebec.qc.ca/citoyens/loisirs_sports/camps-de-jour/index.aspx Association des camps du Québec https://campsquebec.com/camps
Fammi sapere se hai adottato altre strategie per accaparrarti i tanto ambiti posti dei campi estivi.
da JahGi | 22 Nov 2023 | Espatriare
Lo scenario è sempre lo stesso: una persona scrive un post in un gruppo Facebook nel quale confessa di avere un sogno, trasferirsi in Québec. Chiede informazioni su come muoversi per trasformare questo sogno in realtà. I membri del gruppo iniziano a elencare tutte le ragioni (vere e non) per cui il Québec, se non addirittura il Canada, è da evitare come la peste. Ovviamente, tutto questo senza dare alcuna informazione realmente utile.
È matematico, comprovato e incomprensibile. Gli argomenti sono i più disparati e, nella maggior parte dei casi, sono semplici esperienze personali, la cui valutazione negativa è dettata più dalla mancanza di spirito di adattamento che da altro. Ecco qualche rapido esempio.
“La sanità fa schifo” (questo è vero, le attese sono imbarazzanti. Tuttavia, se in tant* scegliamo di restare, è perché forse ci sono dei lati positivi che controbilanciano questa enorme falla).
“Immigrare in Canada è impossibile, devi avere almeno una laurea e parlare bene il francese o l’inglese” (falso, il mercato del lavoro in Québec ha delle regole tutte sue).
“Se non parli il francese non puoi fare niente in Québec” (stra-falso, il francese, come ogni lingua, si impara. E se non lo impari nemmeno con la francisation, è perché ti impegni per non farlo).
“Nessuno ti fa lo sponsor se sei all’estero, costa troppo e nessuno è disposto ad investire su di te senza conoscerti” (arci-falso).
“Devi avere uno stipendio stellare per vivere appena decentemente” (falsissimo! Magari bisogna solo saper vivere secondo le proprie possibilità. Lo spiego qui).
“I vestiti fanno schifo, il cibo fa schifo, l’inverno fa schifo” (giuro, ho letto anche questo da qualcuno che, evidentemente, si è trasferito in Québec per il cibo, la moda e le spiagge).
“I tassi dei mutui sono alle stelle” (da dove veniamo noi, non si riesce nemmeno ad ottenere una carte di credito. Poi, comprare casa può non essere il primo pensiero di tutt*. Molt* reputano stupendo anche solo riuscire a pagare l’affitto).
Ma la frase che preferisco più di tutte è questa: “I québécois sono razzisti”. Sì, hai letto bene. Un* italian* che dà del razzista a un altro popolo.
Quando cerco di far ragionare quest* detrattori/detrattrici e faccio notare che ci deve essere per forza qualche lato positivo se, dopo tutto, si trovano ancora in Québec, si barricano dietro al falso pretesto di agire a fin di bene, al suono di “È meglio non illudere nessuno”. Chiaramente, non parlano dei lati positivi del vivere in Québec nemmeno se sono esplicitamente esortat* a farlo.
Questo non fa altro che darmi la conferma che a parlare siano la frustrazione e il pregiudizio. E il privilegio.
La frustrazione, perché mi pare ovvio che per queste persone sia intollerabile accettare il fatto che qualcuno possa riuscire a trovare la felicità là dove l* sterminatore/sterminatrice di sogni non è riuscito.
Il pregiudizio, perché spesso la persona che chiede informazioni può avere delle qualifiche professionali perfettamente in linea con il mercato québécois e/o parlare più lingue. Eppure, il primo riflesso degli uccisori di sogni è decretare che chi scrive non ha un percorso accademico adeguato. Che poi, anche se fosse così, l’istruzione non è una caratteristica immutabile. Ammettiamo che sia vero che il Québec sia accessibile solamente a laureat* e a chi conosce il francese e l’inglese: chi dice che la persona con cui si sta interagendo non sia disposta a riprendere gli studi per realizzare il proprio sogno?
In ultimo, a parlare è anche il privilegio. Perché lamentarsi di quanto costano i ristoranti è un problema da ricchi, ricchi di denaro forse, ma non di empatia. Perché una persona ricca emotivamente ha la decenza di adattare le sue lamentele in base all’interlocutore/interlocutrice. Ho anche avuto a che fare con chi si è lamentato di essere discriminato perché uomo, bianco ed etero sessuale. Lo so, il fatto stesso che si descriva come bianco quando invece è italiano, la dice lunghissima sulle discriminazioni che può aver subito (al di fuori dell’Italia e in particolare in nord America, gli italiani un’etnia a parte e non bianchi).
Ora, io cerco sempre di essere comprensiva e so che siamo tutti esseri umani e che possiamo attraversare dei momenti difficili. So bene anche quanto sia complicato vivere in un paese estero, se non addirittura traumatizzante per alcuni aspetti. Ma vivere un disagio non dà mai il diritto di trasmettere negatività, comunicare informazioni di dubbia veridicità e distruggere i sogni del prossimo.
In sostanza, quello che rimprovero a quest* detrattori/detrattrici è l’assenza di obbiettività: se una persona chiede informazioni, deve ricevere informazioni.
Faccio parte di altri gruppi Facebook dove i membri appartengono ad altre nazionalità e le conversazioni sono molto più fluide e normali. Nei gruppi di italian* troppo spesso si presenta lo stesso problema e non c’è modo di far capire alla gente che questo atteggiamento non è costruttivo.
Immagina un cliente che entra in un negozio per la prima volta, si avvicina ad un commesso per chiedere aiuto e trovare rapidamente un articolo. Ora, pensa se il commesso, al posto di dare l’informazione richiesta, iniziasse ad annoverare i mille difetti del negozio (l’allestimento sbagliato, le cene aziendali noiose, la musica alla radio, gli straordinari non retribuiti). Non ci metteresti molto a domandarti perché questo commesso parli solo negativamente del posto in cui lavora. Tutto sommato, nessuno lo obbliga a lavorarci. E soprattutto, ad un certo punto gli diresti che stai solo cercando un’informazione.
La decisione più saggia per me dovrebbe essere cancellarmi da questi gruppi, lo so, e ne ho già eliminati alcuni. Tuttavia, sento in dovere di distribuire buon senso di tanto in tanto, perché se avessi dato retta a queste persone, non sarei dove sono ora.
Se ti capita di entrare nel circuito di negatività di questo genere, non prendere sul serio i loro commenti, non cercare di ragionare con loro, ma, soprattutto, non farti abbattere!
Ti ringrazio per essere arrivato fino alla fine e, se cerchi informazioni in Québec, ti invito a leggere questo post Vorrei trasferirmi in Canada, ma non so da dove iniziare.