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Afro-italiana in Québec

Il terrorismo psicologico dei gruppi Facebook

Nella tua ricerca di informazioni, ti capiterà sicuramente di esplorare i gruppi Facebook. Quindi, è mio dovere metterti in guardia del pericolo che si nasconde all’interno di essi, ovvero, gli sterminatori di sogni e il terrorismo psicologico.

Nov 22, 2023

Lo scenario è sempre lo stesso: una persona scrive un post in un gruppo Facebook nel quale confessa di avere un sogno, trasferirsi in Québec. Chiede informazioni su come muoversi per trasformare questo sogno in realtà. I membri del gruppo iniziano a elencare tutte le ragioni (vere e non) per cui il Québec, se non addirittura il Canada, è da evitare come la peste. Ovviamente, tutto questo senza dare alcuna informazione realmente utile.

È matematico, comprovato e incomprensibile. Gli argomenti sono i più disparati e, nella maggior parte dei casi, sono semplici esperienze personali, la cui valutazione negativa è dettata più dalla mancanza di spirito di adattamento che da altro. Ecco qualche rapido esempio.

“La sanità fa schifo” (questo è vero, le attese sono imbarazzanti. Tuttavia, se in tant* scegliamo di restare, è perché forse ci sono dei lati positivi che controbilanciano questa enorme falla).

“Immigrare in Canada è impossibile, devi avere almeno una laurea e parlare bene il francese o l’inglese” (falso, il mercato del lavoro in Québec ha delle regole tutte sue).

“Se non parli il francese non puoi fare niente in Québec” (stra-falso, il francese, come ogni lingua, si impara. E se non lo impari nemmeno con la francisation, è perché ti impegni per non farlo).

“Nessuno ti fa lo sponsor se sei all’estero, costa troppo e nessuno è disposto ad investire su di te senza conoscerti” (arci-falso).

“Devi avere uno stipendio stellare per vivere appena decentemente” (falsissimo! Magari bisogna solo saper vivere secondo le proprie possibilità. Lo spiego qui).

“I vestiti fanno schifo, il cibo fa schifo, l’inverno fa schifo” (giuro, ho letto anche questo da qualcuno che, evidentemente, si è trasferito in Québec per il cibo, la moda e le spiagge).

“I tassi dei mutui sono alle stelle” (da dove veniamo noi, non si riesce nemmeno ad ottenere una carte di credito. Poi, comprare casa può non essere il primo pensiero di tutt*. Molt* reputano stupendo anche solo riuscire a pagare l’affitto).

Ma la frase che preferisco più di tutte è questa: “I québécois sono razzisti”. Sì, hai letto bene. Un* italian* che dà del razzista a un altro popolo.

Quando cerco di far ragionare quest* detrattori/detrattrici e faccio notare che ci deve essere per forza qualche lato positivo se, dopo tutto, si trovano ancora in Québec, si barricano dietro al falso pretesto di agire a fin di bene, al suono di “È meglio non illudere nessuno”. Chiaramente, non parlano dei lati positivi del vivere in Québec nemmeno se sono esplicitamente esortat* a farlo.

Questo non fa altro che darmi la conferma che a parlare siano la frustrazione e il pregiudizio. E il privilegio.

La frustrazione, perché mi pare ovvio che per queste persone sia intollerabile accettare il fatto che qualcuno possa riuscire a trovare la felicità là dove l* sterminatore/sterminatrice di sogni non è riuscito.

Il pregiudizio, perché spesso la persona che chiede informazioni può avere delle qualifiche professionali perfettamente in linea con il mercato québécois e/o parlare più lingue. Eppure, il primo riflesso degli uccisori di sogni è decretare che chi scrive non ha un percorso accademico adeguato. Che poi, anche se fosse così, l’istruzione non è una caratteristica immutabile. Ammettiamo che sia vero che il Québec sia accessibile solamente a laureat* e a chi conosce il francese e l’inglese: chi dice che la persona con cui si sta interagendo non sia disposta a riprendere gli studi per realizzare il proprio sogno?

In ultimo, a parlare è anche il privilegio. Perché lamentarsi di quanto costano i ristoranti è un problema da ricchi, ricchi di denaro forse, ma non di empatia. Perché una persona ricca emotivamente ha la decenza di adattare le sue lamentele in base all’interlocutore/interlocutrice. Ho anche avuto a che fare con chi si è lamentato di essere discriminato perché uomo, bianco ed etero sessuale. Lo so, il fatto stesso che si descriva come bianco quando invece è italiano, la dice lunghissima sulle discriminazioni che può aver subito (al di fuori dell’Italia e in particolare in nord America, gli italiani un’etnia a parte e non bianchi).

Ora, io cerco sempre di essere comprensiva e so che siamo tutti esseri umani e che possiamo attraversare dei momenti difficili. So bene anche quanto sia complicato vivere in un paese estero, se non addirittura traumatizzante per alcuni aspetti. Ma vivere un disagio non dà mai il diritto di trasmettere negatività, comunicare informazioni di dubbia veridicità e distruggere i sogni del prossimo.

In sostanza, quello che rimprovero a quest* detrattori/detrattrici è l’assenza di obbiettività: se una persona chiede informazioni, deve ricevere informazioni.

Faccio parte di altri gruppi Facebook dove i membri appartengono ad altre nazionalità e le conversazioni sono molto più fluide e normali. Nei gruppi di italian* troppo spesso si presenta lo stesso problema e non c’è modo di far capire alla gente che questo atteggiamento non è costruttivo.

Immagina un cliente che entra in un negozio per la prima volta, si avvicina ad un commesso per chiedere aiuto e trovare rapidamente un articolo. Ora, pensa se il commesso, al posto di dare l’informazione richiesta, iniziasse ad annoverare i mille difetti del negozio (l’allestimento sbagliato, le cene aziendali noiose, la musica alla radio, gli straordinari non retribuiti). Non ci metteresti molto a domandarti perché questo commesso parli solo negativamente del posto in cui lavora. Tutto sommato, nessuno lo obbliga a lavorarci. E soprattutto, ad un certo punto gli diresti che stai solo cercando un’informazione.

La decisione più saggia per me dovrebbe essere cancellarmi da questi gruppi, lo so, e ne ho già eliminati alcuni. Tuttavia, sento in dovere di distribuire buon senso di tanto in tanto, perché se avessi dato retta a queste persone, non sarei dove sono ora.

Se ti capita di entrare nel circuito di negatività di questo genere, non prendere sul serio i loro commenti, non cercare di ragionare con loro, ma, soprattutto, non farti abbattere!

Ti ringrazio per essere arrivato fino alla fine e, se cerchi informazioni in Québec, ti invito a leggere questo post Vorrei trasferirmi in Canada, ma non so da dove iniziare.

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